Sicurezza negli
ambienti di lavoro
Appunti di Zoe Franzoni
Università degli Studi di Brescia
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Infermieristica
Esame: Sicurezza negli ambienti di lavoro, prevenzione dei rischi e promozione
della salute
Docente: Stefano Elmetti
A.A. 2020/2021
Tesi
online
A P P U N T I
Tesionline
per InfermieriZoe Franzoni – Sicurezza negli ambienti di lavoro
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SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI
LAVORO
Un medico, Bernardino Ramazzini, osservando delle persone fuori da una chiesa, notò che gran
parte di coloro che erano cechi avevano lavorato come pulitori di fogne e da qui iniziò ad
indagare ogni categoria lavorativa notando che ognuna era caratterizzata da una patologia.
I primi anni la medicina del lavoro si limitava ad osservare una patologia e verificare che questa
fosse presente in una determinata fascia.
Ad oggi, la giurisdizione italiana, in tema di sicurezza sul lavoro e medicina del lavoro è quella che
fa da modello agli altri paesi.
La costituzione italiana delinea che la SALUTE NON È UN BENE DISPONIBILE.
1.1 MEDICINA DEL LAVORO
È un lavoro trasversale infatti si tocca tutti i temi medici ci si occupa:
• Problemi DIRETTI dei lavoratori (dermatite da guanti);
• TUTELA della loro salute (predisposizione di ausili per la mobilizzazione del paziente).
Il numero di infortuni sul lavoro tocca 900 mila persone all’anno e circa 300 mila di questi sono
mortali; il costo di questi infortuni incide all’incirca del 3% del PIL.
1.2 LUOGO DI LAVORO
DEFINIZIONE: è importante conoscerlo perché permette di identificare chi ha la responsabilità
dell’infortunio.
AD ESEMPIO: il luogo di lavoro di una struttura sanitaria è tutto cioè che è di proprietà
dell’ospedale quindi è compreso anche il parcheggio.
1.3 INFORTUNIO
L’infortunio può essere di 2 tipi:
1. IN ITINERE: mentre ci si reca al lavoro ho un infortunio; questo viene coperto dall’INAIL.
Ad esempio: mi sto recando al lavoro e faccio un incidente.
2. SUL LAVORO: mentre si sta lavorando; è un evento che occorre per causa violenta cioè un
evento scatenante ed è possibile definire il momento in cui è accaduto; ne deriva l’inabilità
temporanea o parziale.
Ad esempio: sollevo un paziente e cado.
Un infortunio con prognosi:
• Inferiore a 3 giorni: non è riconosciuto come infortunio.
• Maggiore di 3 giorni: viene riconosciuto come infortunio.
Questi infortuni accadono sempre dopo una serie di EVENTI SENTINELLA che non vengono
notificati e che portano all’infortunio della persona.
Ad esempio: lotto di siringhe che non retraggono l’ago, non viene detto e qualcuno si
punge e contrare l’HIV
È sempre fondamentale muoversi in maniera corretta e imparare ad utilizzare i DPI nel modo giusto. Zoe Franzoni – Sicurezza negli ambienti di lavoro
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NEAR MISS: cioè infortunio mancato; può essere una caduta non segnalata o una caduta per un
mancato posizionamento di un cartello; ogni infortunio è preceduto da circa 10 near miss.
1.4 MALATTIA PROFESSIONALE
DEFINIZIONE: una malattia tabellata (ministero tabella le patologie con il loro fattore di rischio), si
sviluppa gradualmente e non è possibile indicare il tempo preciso nel quale la malattia ha avuto
inizio.
1.5 RISCHIO E PERICOLO
1.5.1 PERICOLO
È una caratteristica intrinseca della sostanza (amianto = sostanza pericolosa perché cancerogena)
1.5.2 RISCHIO
Se metto in atto una serie di misure correttive si può lavorare anche con materiali pericolosi senza
mettere a rischio la propria salute.
1.6 DATORE DI LAVORO
DEFINIZIONE: è il legale rappresentante della società; è colui che
• Può gestire il portafoglio;
• Prende le decisioni;
• Ha la responsabilità della salute dei suoi dipendenti;
• Risponde degli infortuni.
Ha l’obbligo di fare il documento di valutazione dei rischio e di cui ne è il responsabile; è un
faldone nel quale il datore di lavoro o i suoi delegati:
1. Analizza l’attività lavorativa cercando tutti i potenziali pericoli.
2. Mette in atto misure correttive per ridurre il rischio obbligando i lavoratori ad applicare le
misure.
È obbligato a rivalutare costantemente le misure introducendo interventi migliorativi per la salute
del lavoratore.
1.6.1 RSPP
Ogni direttore ha un RSPP (responsabile del servizio di protezione e prevenzione) è una persona
incaricata dal datore di lavoro di occuparsi del settore della sicurezza ma questa persona non ha
responsabilità del datore di lavoro perché rimane sempre lui a rispondere civilmente e penalmente
alla salute dei suoi lavoratori.
1.6.2 ASPP
Gli RSPP si avvalgono di altri professionisti ASPP che si occupano della formazione delle capo sala e
che si recano nei reparti per verificare la messa in atto delle regole di sicurezza.
1.6.3 MEDICO COMPETENTE
Il medico competente collabora con gli RSPP, per quanto di loro competenza; si occupa:
• Dell’esposizione dei lavoratori ai rischi; Zoe Franzoni – Sicurezza negli ambienti di lavoro
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• Delle malattie dei lavoratori;
• Della cura dei lavoratori.
1.7 ORGANO DI CONTROLLO
L’organo di controllo esterno alla struttura ospedaliera è L’ AT S (azienda di tutela della salute) e
hanno il compito di ispezionare valutando gli aspetti correttivi che l’ospedale ha messo in atto.
ATS controlla per gli infortuni avvenuti e per tutelare i dipendenti; quest’ultimi si possono rivolgere
all’ATS per una mancanza di salute nell’ospedale.
RISCHIO BIOLOGICO
DEFINIZIONE: è l’esposizione al rischio derivante dai microrganismi.
Nel passato è stato un aspetto molto preoccupante perché il ruolo del sanitario era un compito
che esponeva ad un rischio molto alto di infezioni.
2.1 AGENTE BIOLOGICO
DEFINIZIONE: è un organismo, non per forza micro, che è in grado di trasmettere un’infezione
(stafilococco, virus, batteri, funghi, insetti etc.).
1 persona su 4, a livello mondiale, muore per malattie infettive è il settore sanitario è quello a rischio
biologico maggiore.
La percentuale di malattie infettive prese in settore lavorativo è di circa 8/9% ma è molto
sottostimato perché spesso il professionista che si punge o taglia non denuncia l’infortunio.
L’agente biologico è un organismo, non per forza micro, che è in grado di trasmettere
un’infezione, allergie o intossicazioni.
2.1.1 PERICOLOSITÀ
La sua pericolosità è valutata in base a:
1. INFETTIVITÀ: capacità di un organismo di sopravvivere alle difese dell’organismo ospitante
e di replicarsi all'interno.
2. PATOGENICITÀ: capacità di un organismo di produrre malattia a seguito di un’infezione.
3. TRASMISSIBILITÀ: capacità di un organismo di essere trasmesso da un soggetto portatore
ad uno non infetto.
4. NEUTRALIZZABILITÀ: è la disponibilità di misure di profilassi per prevenire la malattia o
terapeutiche per curarla e dipende da 2 fattori:
• Antibiotici: in caso di batteri.
• Vaccino: in caso di patologie virali di cui è difficile avere i farmaci.
In Italia l’obbligo vaccinale non riscuote successo ma ci sono determinate categorie lavorative
che hanno l’obbligo vaccinale.
2.2 RISCHIO BIOLOGICO IN AMBITO SANITARIO
Le patologie che sono facilmente trasmissibili sono:
• HIV; Zoe Franzoni – Sicurezza negli ambienti di lavoro
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• EPATITE B;
• EPATITE C;
• TUBERCOLOSI.
2.2.1 EPATITE A
Malattia non trasmissibile; chi ha l’epatite A la prende dall’alimentazione soprattutto nel pesce
crudo (oro – fecale).
È una patologia benigna e passa quasi sempre come asintomatica ma nel caso compare tende a
dare epatite fulminante.
2.2.2 EPATITE B
Il principale rischio infettivo è l’ambiente ospedaliero, è un virus a DNA.
Si riproduce a livello epatocitario che a lungo andare da cirrosi epatica o tumore del fegato.
Per l’epatite B c’è un vaccino.
Nel 1977 viene scoperto un virus delta che da solo non causa nessuna infezione ma quando si
attacca all’epatite B ne potenzia l’effetto.
TRASMISSIONE
La trasmissione avviene con:
1. Sangue.
2. Sperma.
3. Secrezioni vaginali.
4. Saliva.
5. Lacrime.
6. Sudore.
7. Da madre a figlio in gravidanza
Ma la modalità di infezione più frequente è causata da punture accidentali con aghi infetti.
INCUBAZIONE
L’incubazione va da 6 settimane a 6 mesi.
CONSEGUENZE
EPATITE ACUTA: provoca febbre, astenia, feci ipocromiche (bianche), urine ipercromiche (color
marsala) ed ittero; la guarigione avviene nel 95% dei casi con conseguente cronicizzazione in:
• Epatite cronica persistente;
• Epatite cronica attiva.
EPATITE ACUTA FULMINANTE: morte in poche ore perché il sistema immunitario distrugge
completamente il fegato.
2.2.3 EPATITE C
È un virus a RNA e ha minore potere infettante. Zoe Franzoni – Sicurezza negli ambienti di lavoro
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TRASMISSIONE
La trasmissione avviene tramite sangue e derivati.
CONSEGUENZE
Da quasi sempre cirrosi epatica o tumore del fegato.
Al momento esiste una cura radiante molto costosa che viene fatta solamente a soggetti
selezionati invece non si è mai riusciti a costruire un vaccino efficace per prevenirlo.
2.2.4 TUBERCOLOSI (TBC)
È un batterio acido – alcoli resistente e questa protezione lo rende molto aggressivo e molo difficile
da combattere dal sistema immunitario; infatti una volta che si viene a contatto con il batterio
questo lo avrai per sempre.
Inizialmente è asintomatico perché il calcio blocca il batterio formando una sorta di bolla che è
visibile dalle RX solitamente presente sulle vertebre.
È molto diffusa negli anziani.
CONSEGUENZE
Causa infezioni polmonari e si può poi localizzare in altre sedi come nelle ossa.
SINTOMI
I pazienti con tubercolosi polmonare aperta hanno:
1. Colpi di tosse;
2. Starnuti.
Sono anche la causa della trasmissione; i reparti più a rischio sono pneumologia, malattie infettive
e i laboratori.
PROTEZIONE
La protezione avviene tramite maschera facciale; esiste un vaccino ma non funziona in modo
corretto.
2.2.5 HIV
È un retrovirus a RNA, è il virus da immunodeficienza umana che causa una demolizione del
sistema immunitario attraverso l’abbattimento del C4.
Ad oggi non esiste un vaccino perché il virus continua a cambiare le proteine di superfice ma ci si
sta lavorando.
TERAPIE
Le terapie permettono di diminuire l’aggressività del virus e la possibile trasmissione, infatti le
persone che vengono sottoposte alle terapie farmacologiche hanno l’aspettativa di vita all’incirca
normale.
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